Incredible India – Kochi viaggio nel tempo

Arrivati a Ernakulam prendiamo un taxi, la mitica auto, Ambassador, che ci ricorda incredibilmente il primo viaggio in India e ci porterà a Fort Cochin la parte vecchia dove alloggiamo. Qui ci attende la proprietaria di casa, stavolta staremo in una guesthouse! Lei è molto gentile e ci da subito indicazioni su ciò che possiamo vedere muovendoci a piedi e con l’auto risciò. Nel Kerala cambiano le abitudini, le ciabatte si usano solo per strada, all’interno di case, luoghi di culto e negozi si cammina rigorosamente scalzi, quindi come si fa con l’ombrello, si lascia alla porta e si riprende all’uscita! È circa mezzogiorno e visto il caldo, molte donne camminano con l’ombrello, effettivamente non sarebbe una brutta idea. Camminando incontriamo gruppi di ragazzini che tornano da scuola, tutti vestiti nello stesso modo, ragazzi avanti e ragazzine dietro, incredibile, stessa cosa l’avevo notata i primi giorni a Mumbai. Qui per strada anziché esserci le mucche, troviamo le caprette, che con grande maestria attraversano la strada e poi salgono sul marciapiede. Dopo una prima sosta rinfrescante nel “Teapot”, un localino meravigliosamente arredato con antiche teiere, ci incamminiamo per andare a vedere le famose enormi reti da pesca cinesi, emblema delle backwaters del Kerala. Decine di pescatori sono intenti nell’attività della pesca, chi nell’abbassare le giganti reti in attesa di issarle piene, con movenze da equilibristi del circo, chi a lanciare le particolari reti a mano, chi a ripulire e districare quelle usate la mattina per la pesca a largo. Dopo una deludente visita, a causa dei lavori interni di ristrutturazione, alla St Francis Church (la chiesa di S.Francesco) dove per una quindicina di anni venne sepolta la salma di Vasco de Gama, prendiamo un tuc tuc e ci spostiamo nella zona del quartiere ebraico. A parte un piccolo tentativo del simpatico driver, di fermarci in un negozio, dove sicuramente aveva una commissione, senza nemmeno scomporci, gli chiediamo di proseguire e ci porta alla Sinagoga. Nemmeno questa ci entusiasma, nulla di interessante e bello da vedere a parte le piastrelle cinesi decorate a mano. Riprese le nostre ciabatte all’esterno, decidiamo che per oggi, chiese e chiesine, sono a sufficienza, per cui gironzoliamo per il mercatino ebraico!
Un po’ affamati, considerando che non abbiamo nè fatto colazione, nè pranzato, praticamente ceniamo alle 17 in uno spettacolare locale “Kashi Art Cafe” a base di pesce.

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