Made in China – E per finire… Hong Kong!

Lasciamo con tanto dispiacere lo Yunnan, purtroppo ci sarebbero state tante altre cose ancora da fare e vedere, ma il nostro viaggio prosegue a sud. Le dimensioni più umane dei luoghi visitati, la quasi totale assenza del cemento, dei super palazzi e dei grattacieli, le meravigliose abitazioni di legno, la maggiore cordialità, i ritmi più tranquilli e la natura meravigliosa in cui si trova, hanno fatto di questa regione il luogo in cui siamo riusciti a vivere appieno la Cina di un tempo.
Prendiamo l’ultimo volo interno, da Lijiang a Shenzhen, da qui il traghetto super veloce e approdiamo a Hong Kong. L’arrivo dal mare poco prima del tramonto è emozionante, il panorama futuristico dagli innumerevoli grattacieli infuocati dal sole.
Scesi a terra lo shock è duplice, abbiamo lasciamo 12 gradi di Lijiang e ne troviamo 38 con il 90% di umidità, non si respira, si boccheggia; lasciamo il silenzio ed i panorami delle stupende montagne, per la città in verticale, dall’aspetto surreale, con il maggior numero di grattacieli per superficie, mai visti prima e il maggior numero di abitanti per chilometro quadrato.
Insomma una bella differenza!
La città ha una superficie alquanto limitata e la sua densità di popolazione comporta che in ogni zona ci sia un’infinità di gente. Negozi di ogni genere uno attaccato all’altro. Bello vedere come in questa città possono convivere gli opposti, da un lato le piccole botteghine che vendono di tutto, dal pesce essiccato all’abbigliamento e dall’altra i mega store da 20 piani, i vecchi palazzi scrostati e anneriti dall’umidità da un lato e gli scintillanti e altissimi grattacieli; minuscoli chioschetti di noodles e catene di fast food.
La vista notturna sulla baia è incredibilmente affascinante, molto più estesa di quella di Shanghai o New New York. I grattacieli sono veramente tanti ed in una perfetta armonia.
Un’altra vista incredibile sulla città si ha dal Victoria Peak, ovvero il promontorio che la sovrasta. Si riesce a vedere tutta la baia, ma non solo. Non si può venire ad Hong Kong e perdersi questo panorama meraviglioso. Si sale con il tram ed in teoria si ridiscende nello stesso modo.
Facciamo una mega fila a salire e quando andiamo per la discesa è ancora peggio, così ci armiamo di buona volontà e ci incamminiamo. Non so di preciso quanti km siano, almeno 5, con una pendenza incredibile, tanto che dopo pochissimo le ginocchia sono doloranti. Il percorso è però molto bello, si scende dalla montagna tramite un curassimo percorso pedonale. In alto c’era un piacevole venticello, ma abbassandoci l’aria si fa più pesante e appiccicosa. Il panorama sulla città però ricompensa della fatica. Quando sembrava di essere arrivati alla base ci rendiamo conto che siamo ancora molto lontani dalla metro i dalle zone più vive. Attraversiamo la zona residenziale, di un certo lusso. Con nostro stupore realizziamo che a Hong Kong questa zona non è fatta di mega ville, ma di altissimi grattacieli.
Un’altra zona assurda dove ci siamo tuffati, è quella di Mong Kok nota per essere la più densamente popolata della città. Capiamo subito come funziona, appena usciti dalla metro ci troviamo a camminare spinti dalla folla senza sapere dove ci stiano trascinando. Un casino folle, gente in ogni direzione che va e viene. Poi ci sono i micro negozi di telefonia presi d’assalto, ci buttiamo nella mischia per capire che cosa vendono, tanto da richiamare tutta quella gente. Ci avviciniamo e rimaniamo un po’ interdetti, non vendono, ma acquistano IPhone 6 da apparenti clienti. Fuori dai negozi ci sono diverse persone con in mano un mazzi incredibili di soldi e scatoloni di IPhone. Solo dopo qualche giorno leggiamo dal web che si tratta di un vero e proprio mercato nero rivolto alla Cina.
In questi micro buchini trovi tutto quello che può servirti per il cellulare e se devi ripararlo è assolutamente il posto giusto.
Tra una via incasinata e l’altra ci inseriamo anche un paio di templi nella zona di Soho. La particolarità sono i tanti incensi a spirali accesi e appesi al soffitto, entrando si vede una coltre di fumo e la temperatura è elevatissima. In zona c’è anche un simpatico e bizzarro mercatino dove si possono trovare da orologi a mezzi busti di Mao, tanti pezzi di antiquariato o finto antiquariato.
Ci muoviamo da una parte all’altra della città, in parte utilizzando la metro e moltissimo a piedi. Non ci fermiamo mai, sempre in movimento, a volte anche i pasti si fanno spizzicando per strada. Quelle poche volte che decidiamo di rilassarci in qualche locale, la permanenza dura pochissimo, non per scelta, ma per sopravvivenza, infatti tengono l’aria condizionata a temperature impossibili, artiche e lo shock dai 40 gradi percepiti di fuori è devastante per cui scappiamo per andarci a scaldare fuori.
Dopo una giornata e mezzo di giri folli e stancantissimi, sono veramente stressata dalla megalopoli, pensare di passare un’altra giornata trottola, nel caldo umido e nello smog, mi mette pensiero, così Rick mi propone una gitina fuori porta nella zona di Stanley, al di la della collina di Hong Kong. È raggiungibile con l’autobus e ogni giorno si tiene un mercatino.
Quando arriviamo dall’alto la vista è meravigliosa, il mare ha un colore incredibile. In meno di mezz’ora di autobus sembra di essere lontani km e km dalla città. Un vero toccasana. Dopo un bel pranzetto di pesce, ci andiamo a fare due risate passeggiando. Oggi è domenica e sembra che tutti i residenti abbiano deciso di sfoggiare i loro meravigliosissimi cani, da quello che indossa le scarpe da ginnastica, a quello con il cappello a quello che ha fatto il colore! Ma sicuramente la cosa più scioccante è stata vedere i cani portati a spassi nell’apposito passeggino…. e qui per me rasentiamo la pura follia.
Nel pomeriggio riprendiamo il bus per tornare in città, ma ad un certo punto per strada non si cammina più, una fila chilometrica, tutti fermi.pensiamo che si tratti solo di traffico congestionato, ma dopo poco, capiamo che si tratta di altro, LA PROTESTA DEGLI STUDENTI. Hanno blindato qualsiasi accesso alle vie principali sedendosi a terra. Noi siamo nel mezzo del blocco. Decidiamo subito di scendere dall’autobus e magari prendere la metro, non abbiamo fatto però i conti con la realtà, tutti i mezzi compresa la Metro erano bloccati dalla rivolta. Timidi guardiamo la folla di ragazzi che ha occupato le vie. Rimaniamo ad osservare ciò che succede dai sovrappassaggi. Poi però per poter prendere la via del ritorno nella zona del hotel, dobbiamo attraversare la manifestazione. Ci ritroviamo nel bel mezzo del bivacco. Ci facciamo strada in mezzo ai ragazzi bardati con maschere per proteggersi dagli spry orticanti lanciati dalla polizia antisommossa e con mantelle impermiabili per ripararsi dagli idranti.
Sono veramente tantissimi ed in modo pacifico portano avanti la loro protesta. Certo qualche disagio c’è anche per noi, per tornare in albergo non è stato semplicissimo, anche a seguito degli sbarramenti della polizia.

Un’altra cosa che per chi è patito di elettronica non si può saltare ad Hong Kong è il giro negli store incasinati. Micro banchi all’interno dello stesso stabile pieni di tecnologia. Rick è in tilt totale… io un po’ meno, anche perché lo stesso giro mi era già toccato a Shanghai!
Di certo è un po’ come succede al mercato, se spulci bene, fai l’affare!!

Certo sarò anche un po’ troppo di parte, ma le metropoli non mi fanno impazzire, anzi, mi mandano proprio ai matti. Per quanto Hong Kong sia una città interessantissima e vitale, il mio giusto tempo di permanenza in una mega città è al massimo di 2 giorni! Ma proprio al massimo!

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